
Vantaggi degli ecosistemi digitali su Gaia-X
Whitepaper
Marzo 28, 2022
Gaia-X, iniziativa nata nel 2019 e spiegata nel white paper Cefriel, intende creare ecosistemi digitali aperti, trasparenti e sicuri, all’interno dei quali ciascun partecipante mette a disposizione e utilizza dati e servizi digitali di nuova generazione, secondo linee guida e regole condivise, in diversi domini applicativi e di mercato quali, ad esempio, manifattura, trasporti e mobilità, agroalimentare e agritech, servizi avanzati e finanza, educazione e cultura.
“Cefriel supporta i propri partner nel creare le fondamenta di un ecosistema digitale e accompagna i propri interlocutori nel progressivo percorso di crescita, gestione e diffusione dell’iniziativa, in piena coerenza logica con il modello Gaia-X. Già a partire dall’esperienza dell’Ecosistema Digitale E015, nata in vista dell’esposizione universale Expo Milano 2015 e ad oggi ancora attiva e in continua evoluzione, Cefriel utilizza un approccio per lo sviluppo degli ecosistemi che è un vero e proprio precursore del modello Gaia-X”, commenta Alfonso Fuggetta, AD e Direttore Scientifico di Cefriel.
Quali i vantaggi degli ecosistemi digitali costruiti su modello Gaia-X?
Il White Paper evidenzia come gli Ecosistemi Digitali siano modelli utili a:
L’impostazione complessiva di Gaia-X, come sottolineato dal documento, è del tutto sinergica con quanto promosso e definito da IDSA (International Data Spaces Association), di cui Cefriel è Hub italiano, ossia la definizione di uno standard globale per abilitare scenari di scambio dati tra molteplici soggetti economici, in ottemperanza al principio della sovranità del dato. Gaia-X rappresenta un’opportunità concreta non solo per supportare l’attuazione della European Strategy for Data, ma anche per creare le “fondamenta” dell’intera strategia europea per la regolamentazione dei moderni mercati digitali B2B.
- abilitare la collaborazione e la condivisione della conoscenza tra imprese, organizzazioni e Pubbliche Amministrazioni attraverso lo scambio di dati, informazioni e servizi;
- creare di mercati Business To Business di prodotti digitali come, ad esempio, flussi informativi, connettori a servizi digitali o anche funzionalità infrastrutturali (le capacità di elaborazione erogate in cloud per citarne una).
L’impostazione complessiva di Gaia-X, come sottolineato dal documento, è del tutto sinergica con quanto promosso e definito da IDSA (International Data Spaces Association), di cui Cefriel è Hub italiano, ossia la definizione di uno standard globale per abilitare scenari di scambio dati tra molteplici soggetti economici, in ottemperanza al principio della sovranità del dato. Gaia-X rappresenta un’opportunità concreta non solo per supportare l’attuazione della European Strategy for Data, ma anche per creare le “fondamenta” dell’intera strategia europea per la regolamentazione dei moderni mercati digitali B2B.
Perché la collaborazione abilitata da ecosistemi digitali è centrale per le imprese?
L’apertura della conoscenza finalizzata ad aumentare la competitività è un altro elemento chiave sottolineato dal White Paper, che racconta Gaia-X come modello applicabile in diversi mercati: aziendali, per la distribuzione di prodotti digitali B2B all’interno di una singola impresa o di un gruppo di imprese; interaziendali, per la distribuzione di prodotti digitali B2B all’interno di specifiche filiere di imprese (supply chain); aperti, per la distribuzione di prodotti digitali B2B potenzialmente a tutti i soggetti economici interessati, anche non noti a priori.
“La collaborazione – afferma Michele Bonardi, responsabile della Practice Digital Ecosystems e tra gli autori del White Paper – diventa fondamentale anche all’interno di una stessa azienda o gruppo industriale, poiché permette di sbloccare ulteriore valore a partire da elementi condivisi e non più confinati all’interno di strutture organizzative chiuse. Tali attori possono in questo modo valorizzare i propri asset digitali mettendoli a disposizione di altri, mantenendone sempre completo presidio e controllo”.
“La collaborazione – afferma Michele Bonardi, responsabile della Practice Digital Ecosystems e tra gli autori del White Paper – diventa fondamentale anche all’interno di una stessa azienda o gruppo industriale, poiché permette di sbloccare ulteriore valore a partire da elementi condivisi e non più confinati all’interno di strutture organizzative chiuse. Tali attori possono in questo modo valorizzare i propri asset digitali mettendoli a disposizione di altri, mantenendone sempre completo presidio e controllo”.