cefriel-sede

Cefriel, la storia

Vision

Gennaio 1, 2022

Le persone che vollero Cefriel rappresentavano in modo chiaro il senso dell’iniziativa: costruire un ponte tra università e industria nel campo della ricerca applicata e della formazione dei ricercatori industriali nel settore dell’ICT. Dal punto di vista operativo, fu una intuizione unica in quanto si distaccava dall’approccio troppe volte seguito nel nostro Paese: Cefriel perseguiva (e persegue) una missione di servizio e “di sistema”, pur essendo una struttura di diritto privato che sta sul mercato. Non ha dotazioni economiche strutturali pubbliche o private.

I soci industriali che lo fondarono (oltre al Politecnico e all’Università di Milano, Regione Lombardia, Comune di Milano e Assolombarda, le imprese furono Italtel, Telettra, IBM, Pirelli, Bull) diedero per alcuni anni un supporto economico per l’avvio delle attività. Poi il centro imparò a vivere sulle sue gambe, grazie ai risultati del proprio lavoro.

Il centro nacque come struttura not-for-profit. Non è un elemento marginale: cambia il senso, la prospettiva e le dinamiche del lavoro che viene fatto.

Quali le evoluzioni di Cefriel?

Negli anni ’90 molte aziende ICT scomparvero o si ridimensionarono. Le attività di ricerca e sviluppo in ICT si ridussero significativamente. Al tempo stesso l’ICT divenne pervasivo, entrò nelle aziende “non ICT” e nelle case, conquistò un ruolo, una visibilità e un mercato molto più ampi e profondi.

Nel corso di più di un decennio, Cefriel un po’ alla volta cambiò conseguentemente pelle. Nato per aiutare le aziende ICT nei settori della ricerca e della formazione dei ricercatori, si trasformò per essere a servizio delle imprese di ogni settore e delle amministrazioni pubbliche che devono utilizzare e applicare queste tecnologie per innovare il proprio modo di essere e operare.

Ciò ha reso Cefriel sempre più complementare rispetto alle università e sempre più simile a realtà internazionali come i centri del Fraunhofer che svolgono proprio questo ruolo di cerniera tra attività accademiche di ricerca e sviluppo e applicazione industriale dei saperi.

Cambio di passo, cambio di sede?

Il trentennale di Cefriel ha coinciso con un grande cambiamento: una nuova sede in Bicocca. Dopo venti anni passati in Via Fucini, in zona Città Studi, Cefriel torna in Bicocca, in un moderno palazzo al centro di un distretto che vede la presenza dell’università di Milano-Bicocca (anch’essa socia di Cefriel) e degli uffici e centri ricerca di società come Pirelli, Prysmian, Engie. Questa nuova sede si sviluppa su due piani. Al terzo piano dell’edificio sono posizionati uffici e spazi di lavoro comune che occupano oltre 2.500 mq. In particolare sono previsti open space per accogliere oltre 150 persone, quattro laboratori, 13 sale riunioni, una sala per workshop e eventi, 14 phone booth, una sala break (la “piazza” del Cefriel), oltre che altre strutture di servizio.

Al piano terra, in uno spazio di oltre 600 mq, ci sono:

  • uno spazio coworking per il satellite milanese di EIT Digital, la rete dello European Institute of Innovation & Technology dedicata alle tecnologie digitali e dell’ICT

  • una zona exhibition

  • una zona reception e accoglienza degli ospiti

  • 4 spazi riconfigurabili per workshop e aule corsi.

  • Gli spazi della sede attuale sono moderni, luminosi, aperti e collaborativi.

Come si è sviluppato Cefriel?

Il termine che si utilizza per caratterizzare la natura e l’aspirazione di una struttura come Cefriel è eccellenza. Tutti vogliamo essere eccellenti. Tutti vogliono riconoscere e premiare l’eccellenza. Ma come la si ottiene? Come la si riconosce? Quando ci si può chiamare eccellenti?

È presuntuoso e arrogante cercare di rispondere a queste domande in modo assiomatico, autocelebrativo e didascalico. Tuttavia può essere utile raccontare una storia, le proprie esperienze, ciò che si è imparato e gli errori fatti perseguendo l’obiettivo dell’eccellenza, indipendentemente dal fatto di averla effettivamente e completamente raggiunta.

L’eccellenza non si mutua né trasmigra né si crea perché la si desidera: la si costruisce con pazienza e determinazione attraverso uno sviluppo continuo del capitale umano, dei processi, dei modelli di funzionamento, degli strumenti e delle metodologie. L’eccellenza si persegue nel tempo e si riconosce quando riesce a manifestarsi nella concretezza dei risultati.

Come si riconosce l’eccellenza nell’innovazione?

Si ha eccellenza quando i risultati raggiunti presentano almeno tre caratteristiche:

  • mostrano una discontinuità rispetto allo stato dell’arte

  • hanno un impatto economico, culturale e/o sociale positivo, visibile e misurabile

  • si ripetono nel tempo e non sono solo “fuochi di paglia”.


Cefriel vuole essere eccellente nell’innovazione. È la sua aspirazione. È questo l’assunto che sta alla base del suo operare quotidiano.