
Lavorare bene: come introdurre lo smart working in azienda?
Whitepaper
Marzo 9, 2022
Per lavorare bene oggi vanno ripensate le modalità di lavoro e interazione, le policy, i percorsi di sviluppo e i sistemi di welfare. In questa profonda e sempre più diffusa ricerca di un nuovo significato per la propria attività personale e di un più completo bilanciamento tra obiettivi professionali e bisogni del singolo, lo smart working ha assunto un ruolo centrale, come spiegato nel white paper Cefriel “Lavorare bene. Lo smart working come alleato” scritto da Roberta Letorio, responsabile risorse umane Cefriel.
“La vita in ufficio serve a creare cultura, allineamento e coaching diffuso, ma occorre considerare il fatto che il poter lavorare da remoto garantisce flessibilità e work-life balance. Trovare un equilibrio si può: la chiave del successo è definire progetti di smart working disegnati sulle esigenze delle persone, con focus sul raggiungimento degli obiettivi e bilanciamento tra le diverse necessità personali e aziendali” – spiega Alfonso Fuggetta, CEO e direttore scientifico di Cefriel.
Quali sono i benefici dello Smart Working?
Dal benessere personale, da cui derivano soddisfazione e motivazione, all’aumento della produttività dovuta al risparmio dei tempi di viaggio, alla riduzione dei costi monetari del “commuting” e di quelli di gestione degli spazi fisici, a una crescita accelerata in termini di responsabilità e leadership personale. Il lavoro agile presenta numerosi benefici, soprattutto quando la cultura dominante è orientata ai risultati: la distanza fisica rende impossibile il controllo sul “come”, obbliga a una delega sul “cosa ottenere” e questo porta naturalmente a un aumento di meritocrazia.
Le persone:
Le persone:
- tendono a sentirsi maggiormente responsabilizzate
- gestiscono in autonomia la disintermediazione tra azione e interruzione del lavoro
- imparano a riconoscere quando è necessario andare in sede e a rivedere il proprio tempo di lavoro, se la vita privata richiede maggiore presenza in orari diversi dal solito.
Come introdurre nuove forme di lavoro agile?
In primo luogo sarà necessario ripensare gli spazi, prevedendo luoghi per interazioni e luoghi di isolamento. Una possibile evoluzione degli spazi in questo senso vedrà la costruzione di isole progettuali, in cui le persone non hanno una scrivania assegnata, ma si riuniscono intorno a un team di progetto. Allo stesso tempo sarà necessario regolare i tempi di lavoro evitando che lo smart working diventi lavoro da remoto senza vincoli di orario. Indicazioni preziose da questo punto di vista sono: evitare le riunioni tra le 13 e le 14.30; evitare di chiedere il coinvolgimento dei colleghi, salvo imprevisti, al di fuori dell’orario lavorativo e nel weekend; nel caso si predispongano delle mail in questi range temporali ritardarne l’invio. Lavoro agile non significa lavoro solitario, per questo una delle priorità individuate da Cefriel riguarda proprio il valore delle relazioni negli ambienti lavorativi che vanno mantenute anche da remoto. Infine questa nuova modalità richiede un ripensamento sui modelli di leadership, lo smart working ha bisogno di una leadership generativa, empatica, attenta allo sviluppo e al benessere delle persone. Un modello al quale si può fare riferimento è senza dubbio quello della Leadership Situazionale di Blanchard, ispirato a uno stile “contingente” e flessibile, che tenga conto delle differenze fra collaboratori “inesperti” e “maturi” e fra “Junior” e “Senior” e in cui è il leader ad adattare le sue azioni in base al livello di maturità di chi lo segue.
Perché lo smart working per lavorare bene?
“Lavorare bene, anche attraverso un approccio corretto allo smart working, significa saper co-costruire modalità di lavoro e interazione fluide, che cambiano insieme (e grazie) alle persone. È certamente impegnativo, sia per le piccole realtà imprenditoriali che per quelle di più grandi dimensioni, ma estremamente produttivo e gratificante”, conclude Roberta Letorio, Chief Human Capital & Mobility Manager di Cefriel.