
Innovazione
Microchip nuovo petrolio?
News
Novembre 24, 2022
A Economia per tutti, podcast di Piano inclinato condotto da Alieno Gentile, si è parlato di recente di Microchip, presentati come “nuovo petrolio per il quale, in tempi di guerra e di drammatico arretramento della globalizzazione, qui in Occidente, e segnatamente in Europa, ci scopriamo tardivamente dipendenti da aree del globo non propriamente rassicuranti”. Ospite della trasmissione Alfonso Fuggetta, CEO e direttore scientifico Cefriel, che ha dialogato sul tema rispondendo a domande quali: come si arriva al chip? È possibile portare “in casa “questa produzione?
Nel corso della puntata, si è parlato di come il microchip rappresenti il traguardo di una “sfida su più livelli dove si mescolano l’offerta della natura (silicio, terre rare), l’ingegno umano nella progettazione dei circuiti, la sofisticatezza industriale nella produzione di macchine capaci di impacchettare quei circuiti in uno spazio sempre più piccolo e degli impianti che quelle macchine sfruttano”.
Riflessioni si sono fatte anche sull’incombere delle ricadute economiche derivante dalla scarsità, per esempio, delle materie prime utili a costruire microchip, rispondendo a domande come “quanto potenziale inflazionistico si può annidare nel fatto che ogni macroarea geopolitica si doti della propria filiera produttiva di hardware tecnologici? Quanto può costare sfidare la legge di Moore, che ben spiega il ritmo di innovazione (e quindi anche di obsolescenza) dei dispositivi tecnologici, distruggendo le economie di scala fin qui realizzate in questo settore? Cosa avverrà nel periodo di transizione che si preannuncia tutto fuorché breve?”
Nella parte finale dell’intervista ad Alfonso Fuggetta, non è mancato un approfondimento sul corretto approccio alla innovazione digitale, soprattutto in riferimento agli atteggiamenti più in voga nei confronti dell’evoluzione tecnologica. Questa è stata l’occasione per ribadire la necessità di rifuggire gli estremismi: né infatuazioni troppo legate alla moda del momento per la “next big thing” di turno, né eccessi di scetticismo sugli algoritmi che ci controllerebbero. Servono, secondo il CEO di Cefriel, “razionalità e buon senso nel fondere l’eccellenza dell’industria tradizionale con le straordinarie potenzialità del digitale e nel raccogliere la vera sfida che la complessità tecnologica pone a ciascuno di noi: crescere come persone con la stessa velocità della tecnologia, dotarci delle competenze necessarie per valutarne gli impatti e , in ultima analisi, per gestirla”.
Nel corso della puntata, si è parlato di come il microchip rappresenti il traguardo di una “sfida su più livelli dove si mescolano l’offerta della natura (silicio, terre rare), l’ingegno umano nella progettazione dei circuiti, la sofisticatezza industriale nella produzione di macchine capaci di impacchettare quei circuiti in uno spazio sempre più piccolo e degli impianti che quelle macchine sfruttano”.
Riflessioni si sono fatte anche sull’incombere delle ricadute economiche derivante dalla scarsità, per esempio, delle materie prime utili a costruire microchip, rispondendo a domande come “quanto potenziale inflazionistico si può annidare nel fatto che ogni macroarea geopolitica si doti della propria filiera produttiva di hardware tecnologici? Quanto può costare sfidare la legge di Moore, che ben spiega il ritmo di innovazione (e quindi anche di obsolescenza) dei dispositivi tecnologici, distruggendo le economie di scala fin qui realizzate in questo settore? Cosa avverrà nel periodo di transizione che si preannuncia tutto fuorché breve?”
Nella parte finale dell’intervista ad Alfonso Fuggetta, non è mancato un approfondimento sul corretto approccio alla innovazione digitale, soprattutto in riferimento agli atteggiamenti più in voga nei confronti dell’evoluzione tecnologica. Questa è stata l’occasione per ribadire la necessità di rifuggire gli estremismi: né infatuazioni troppo legate alla moda del momento per la “next big thing” di turno, né eccessi di scetticismo sugli algoritmi che ci controllerebbero. Servono, secondo il CEO di Cefriel, “razionalità e buon senso nel fondere l’eccellenza dell’industria tradizionale con le straordinarie potenzialità del digitale e nel raccogliere la vera sfida che la complessità tecnologica pone a ciascuno di noi: crescere come persone con la stessa velocità della tecnologia, dotarci delle competenze necessarie per valutarne gli impatti e , in ultima analisi, per gestirla”.
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