General Meeting Cefriel 2023: si torna in presenza per parlare di senso del lavoro

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Aprile 20, 2023

Nel nostro Paese bisogna affrontare e vincere una sfida cruciale e decisiva per le nuove generazioni: ridare un nuovo significato e senso al lavoro combattendo in primo luogo il divario esistente tra le competenze richieste delle imprese e quelle di cui sono in possesso i lavoratori, il cosiddetto skill mismtach. Questo il messaggio lanciato dagli ospiti presenti il 12 aprile a IBM Studios di Milano per il Cefriel General Meeting 2023, tornato in presenza dopo tre anni. Al centro delle riflessioni portate da relatori e relatrici la grande trasformazione del lavoro e la capacità di comprendere, fino in fondo, la natura del cambiamento, la sua portata, nonché la rapidità e profondità con cui si sta manifestando.

“Questo è meeting della ripartenza” – Così ha aperto i lavori Stefano Venturi, presidente Cefriel. “Il nostro obiettivo a oggi è quello di continuare a fare formazione e trasferimento tecnologico per preparare le aziende ad affrontare la sfida tecnologica. Individuare tecnologie emergenti e accelerare la loro operatività nei processi aziendali delle imprese e delle amministrazioni pubbliche”.

“Il tema scelto è sfidante, perché il mondo del lavoro sta cambiando rapidamente. Richiede nuove competenze e approcci multidisciplinari. Da questo punto di vista il Politecnico di Milano è un osservatorio privilegiato.” – ha rimarcato Donatella Sciuto, Rettrice del Politecnico di Milano, università che ha contribuito a fondare il Cefriel oltre trent’anni fa. “L’università gioca un ruolo centrale perché ha il compito di formare la persona nel suo insieme, non quello di fornire competenze verticali, a rapida obsolescenza. Il nostro obiettivo è quello di garantire ai nostri laureati e laureate una permanenza attiva nel mercato del lavoro per i prossimi quarant’anni. Da qui la centralità di un rapporto continuativo con le imprese e con la comunità degli Alumni ”.

“Lo scenario italiano troppo spesso ci mostra situazioni contrastanti: da un lato c’è chi non trova lavoratori e dall’altro c’è invece chi non trova un lavoro ma lo vorrebbe. “Uno dei più grandi problemi” – ha sottolineato Alfonso Fuggetta, AD e direttore scientifico di Cefriel – “è il divario tra ciò che cercano le aziende è ciò che cercano le persone, dovuto in parte a un sistema di istruzione e formazione che non riesce a stare al passo con i cambiamenti del mercato del lavoro. Dobbiamo aiutare i ragazzi a essere consapevoli delle opportunità offerte dalle imprese, dei loro bisogni, affinché possano fare una scelta ragionata sul proprio futuro e sul lavoro che decidono di fare. È inoltre necessario che le aziende innovino per creare lavori nuovi in linea con le sfide che la nostra società deve affrontare.”

Molteplici gli spunti di riflessione portati dagli speaker presenti, moderati dalla giornalista Monica D’Ascenzo: Francesco Seghezzi, presidente Adapt, Mariano Corso, responsabile Osservatorio Smart Working e HR Innovation Practice del Politecnico di Milano, Cristina Tajani, docente del PoliMI, Marco Bentivogli, fondatore BASE Italia e Riccarza Zezza, founder e CEO di Lifeed. Molto interessanti le esperienze condivise da Letizia Barbi di Allianz e Lisa Manzan di Geox su ciò che si fa in azienda per costruire posti di lavoro che possano valorizzare le persone.
”Il lavoro – ha sottolienato Marco Bentivogli, fondatore BASE Italia – è il crocevia delle tre grandi transizioni: ambientale, demografica e digitale. Le innovazioni tecnologiche hanno cambiato profondamente il tempo e lo spazio di lavoro. Il lavoro ha perso le parole e anche per questo è in emergenza di senso: serve un nuovo alfabeto per un nuovo pensiero del lavoro e serve mettere in campo una nuova figura, quella degli architetti del lavoro. Bisogna tenere insieme efficienza e cura, operatività e condivisione. Solo così riscatteremo il Paese dal fondo classifica nel rapporto tra felicità e lavoro.”