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Design e Innovazione. Centralità delle persone, sostenibilità, inclusività: ecco come le aziende possono fare innovazione di prodotto e servizio
News
Settembre 21, 2022
Design e innovazione digitale sono stati i protagonisti di una mattinata di confronto tra esperti del settore che si è svolta presso la sede milanese di Cefriel, centro di innovazione, formazione e ricerca sul digitale, fondato oltre trent’anni fa da Politecnico di Milano e premiato di recente con il prestigioso Compasso d’Oro. A confrontarsi sul tema la coordinatrice del Board innovazione tecnologica e trasformazione digitale del Comune di Milano, Layla Pavone, il direttore dell’Area industria, energia, innovazione di Assolombarda, Paolo Guazzotti, il direttore di POLI.design Alessandro Deserti, il CEO e direttore scientifico di Cefriel Alfonso Fuggetta e la Product and Experience Design Practice Manager di Cefriel Clara Failla.
“Quando parliamo di innovazione – ha sottolineato Clara Failla – dobbiamo parlare di bisogni delle persone. L’approccio guidato dalla tecnologia ha lasciato spazio a quello che oggi si chiama human driven design, in cui deve esserci un’attenzione nel capire i problemi delle persone, con l’obiettivo di riuscire a combinare le tre dimensioni: desideri delle persone, fattibilità tecnologia e valore per l’azienda e la società.”
A ridisegnare e ripensare prodotti e servizi, si è rimarcato nel corso della discussione, devono esserci diverse figure professionali con competenze differenti e un cambiamento nella cultura aziendale che possa vedere nel design – come sottolineato da Paolo Guazzotti di Assolombarda – una opportunità non solo per far evolvere prodotti, servizi e modelli di business ma anche modalità di lavoro e collaborazione in azienda.
“Un oggetto o un servizio possono definirsi intelligenti – ha affermato Alfonso Fuggetta, CEO Cefriel – non solo perché integrano sensoristica o sono realizzati grazie al digitale, ma perché sono progettati con acume, per avere un impatto, per consentire alle persone di lavorare in modo più semplice. È possibile progettare in questo modo solo se uniscono figure specializzate differenti e se si approccia il tema con maturità, ovvero con approccio serio, consapevole, responsabile rispetto alle sfide complesse che dobbiamo affrontare”.
“Un oggetto o un servizio possono definirsi intelligenti – ha affermato Alfonso Fuggetta, CEO Cefriel – non solo perché integrano sensoristica o sono realizzati grazie al digitale, ma perché sono progettati con acume, per avere un impatto, per consentire alle persone di lavorare in modo più semplice. È possibile progettare in questo modo solo se uniscono figure specializzate differenti e se si approccia il tema con maturità, ovvero con approccio serio, consapevole, responsabile rispetto alle sfide complesse che dobbiamo affrontare”.
La tecnologia è imprescindibile per creare un mondo accessibile, inclusivo e sostenibile, è stato sottolineato più volte nel corso della mattina, e il design ha acquisito nel corso degli anni un ruolo sempre più centrale. “Il passaggio da economia basata su sviluppo dei prodotti a economia basata sui servizi – ha spiegato Alessandro Deserti, direttore del dipartimento di design del Politecnico di Milano – ha portato soggetti pubblici e privati a interessarsi dei servizi come oggetti di progettazione, come fossero prodotti tangibili. Si è capito, inoltre, che esiste una dimensione di bellezza anche nella interazione con un oggetto digitale al quale chiediamo non solo efficacia ed efficienza ma anche piacevolezza che è frutto di una corretta progettazione”.
Una testimonianza di valore rispetto alla necessità di ricorrere al co-design nella progettazione di servizi pubblici l’ha portata Layla Pavone, coordinatrice del Board innovazione tecnologica e trasformazione digitale del Comune di Milano: “Viviamo in una società sempre più complessa, con livelli di aspettativa da parte dei cittadini molto alti. Come pubblica amministrazione dobbiamo essere in grado di intercettare bisogni e desideri, coinvolgendo tutti i soggetti che possono aiutarci a identificarli, riferendoci al modello dell’open innovation dove è centrale la condivisione di conoscenza che parte dall’ascolto”.
Una testimonianza di valore rispetto alla necessità di ricorrere al co-design nella progettazione di servizi pubblici l’ha portata Layla Pavone, coordinatrice del Board innovazione tecnologica e trasformazione digitale del Comune di Milano: “Viviamo in una società sempre più complessa, con livelli di aspettativa da parte dei cittadini molto alti. Come pubblica amministrazione dobbiamo essere in grado di intercettare bisogni e desideri, coinvolgendo tutti i soggetti che possono aiutarci a identificarli, riferendoci al modello dell’open innovation dove è centrale la condivisione di conoscenza che parte dall’ascolto”.

La giornata su design e innovazione digitale è stata l’occasione per Cefriel non solo per festeggiare il Compasso d’oro ricevuto mesi fa per la bilancia per la donazione di sangue realizzata insieme a Delcon, ma anche per intitolare una sala al professor Francesco Trabucco, che oltre dieci anni fa portò il design in Cefriel. In una cerimonia ristretta alla quale hanno partecipato colleghi del Politecnico di Milano e i familiari di Francesco Trabucco, sono stati ricordati i suoi insegnamenti ed è stato sottolineato come questi siano permeati così profondamente nelle persone che hanno lavorato con lui da tenere vivo il suo approccio all’innovazione per sempre. “Progettare – diceva Francesco Trabucco – è illuminare in modo soggettivo un pezzo di futuro, definirlo, raccontarlo, descriverlo, attribuirgli consistenza”. Ed è proprio sul “dare consistenza” per avere impatto con le tecnologie digitali che Cefriel lavora insieme ad aziende e pubbliche amministrazione