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Smart Plant Machinery & Smart Products

Design di prodotto: come migliorare il lavoro nelle industrie?

News

Agosto 2, 2022

“Quando l’innovazione semplifica il lavoro e la vita delle persone diventa inarrestabile”. Davide Baratto, CEO di Gilardoni SpA, sintetizza in questo modo uno degli ultimi progetti realizzati insieme a Cefriel, che ha l’obiettivo di migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori, aumentando in questo modo efficienza ed efficacia di intervento.

“La sfida che ci siamo posti – racconta – è stata trasformare uno strumento di lavoro a ultrasuoni che somigliava a un oscilloscopio e che occupava entrambe le mani di chi lo utilizzava in uno strumento da poter usare con una sola mano e con interfaccia su tablet. Uno strumento che, lavorando sull’elettronica e sul design di prodotto, è in grado oggi di sfruttare tutte le potenzialità di un tablet, come i comandi vocali, la possibilità di fare chiamate ai colleghi o di costruire al volo un report del lavoro svolto”.

Una trasformazione del modo di lavorare che libera letteralmente le mani degli operatori che effettuano controlli tramite questo strumento che consente loro di lavorare in condizioni di maggior sicurezza oltre che di aumentarne la produttività.

“Innovazione oggi – continua Baratto – non è più solo scoperta, cosa nuova, ma è anche combinazione, elaborazione, ottimizzazione, evoluzione di quanto di nuovo si è già esplorato. Innovazione è oggi soprattutto l’unione di tecnologie diverse sfruttando le sinergie ed esaltando le potenzialità di interazione e integrazione che l’evoluzione digitale ci mette a disposizione. Nel caso del nostro strumento, possiamo ritenerlo innovativo perché porta gli strumenti ultrasonori nel mondo del digital e dello smart che è maturato a partire dalle telecomunicazioni e dall’evoluzione dell’informatica e della telefonia.”

Quale l’impatto del nuovo prodotto realizzato insieme a Cefriel?

“L’impatto di questa innovazione – spiega Baratto – è significativo e rivoluzionario. Da oggi, per esempio, il supporto per un esame ultrasonoro passa dalla videochiamata con l’esperto invece che dall’intervento in presenza; il rilevamento delle impronte digitali garantisce la rintracciabilità della persona che ha effettuato il controllo; geolocalizzazione e assistenza da remoto consentono di avere ulteriori preziose informazioni in tempo reale. Questo nuovo oggetto abilita condivisione, collaborazione, lavoro a distanza, raccolta e analisi dei dati. Tutto cambia, sia con i collaboratori che con i clienti. E ciò si traduce in risparmio di tempo, risorse, e in una facilitazione del lavoro, sia per le attività in cantiere che in laboratorio”.

Qual è la storia della Gilardoni? E quale il suo rapporto con l’innovazione?

È il 1947 quando Gilardoni, azienda che oggi conta circa 250 dipendenti, inizia a costruire la sua storia di successo nel panorama dell’imprenditoria italiana.

“L’affascinante percorso della Gilardoni – racconta Davide Baratto – inizia dopo la seconda guerra mondiale, quando è impellente la necessità di ricostruire gli ospedali. Arturo Gilardoni, un vero innovatore italiano che aveva lavorato in Germania con uno dei padri dei raggi x, porta in Italia questa tecnologia nuova, ancora di nicchia e inizia a progettare e realizzare le prime macchine a raggi-x, costruendo i tubi a raggi-x e lavorando all’elettronica che ne permette il funzionamento. Realizza così i primi strumenti da impiegare in ambito medico. Il processo di produzione dei tubi è, ancora oggi, bellissimo da osservare perché unisce l’artigianalità delle persone che plasmano i tubi di vetro come si fa a Murano, alla elettronica sofisticata che li trasforma in macchine in grado di guardare dentro le persone, come in ambito medico, e dentro gli oggetti, come nel caso dei bagagli in aeroporto. Con il boom economico, infatti, l’utilizzo dei raggi x viene impiegato in ambito industriale per i controlli non distruttivi, ovvero per rilevare eventuali difetti di fabbrica in un determinato oggetto. Ai raggi x Gilardoni affianca, sin dagli anni ’60, la tecnologia ultrasuoni utile come strumento complementare di controllo. Dove non arrivano i raggi x, che non sono altro che una estensione della luce, un colore dopo il violetto, arriva l’ultrasuono, il suono di una frequenza superiore a quella udibile dalle persone. Le due tecnologie sono complementari, si aiutano a vicenda nel migliorare i controlli sia in ambito industriale che in altri contesti d’uso.”

Come si è evoluta nel tempo la storia della Gilardoni?

Negli anni Settanta, insieme al terrorismo internazionale, si diffonde la necessità di controllare i bagagli negli aeroporti. Gilardoni costruisce i primi strumenti a raggi x per il controllo dei bagagli, utilizzati poi anche nelle carceri di massima sicurezza e, in seguito, in tutti i luoghi in cui è necessario fare una verifica veloce sugli oggetti trasportati dalle persone.

“Questo percorso evolutivo – commenta Baratto – evidenzia l’approccio distintivo di Gilardoni: adattarsi continuamente alle nuove esigenze di mercato attraverso l’innovazione, portando risposte nuove a nuovi bisogni, cogliendo gli input dagli interlocutori, siano essi bisogni espliciti o impliciti. Gilardoni ha l’innovazione nel suo DNA – prosegue Baratto – e l’innovazione richiede competenza, fantasia, coraggio e soprattutto molta passione. Ed è questo che ha consentito a Gilardoni, tipica azienda italiana fortemente legata ai valori dei suoi fondatori e caparbiamente radicata nel proprio territorio di origine, Mandello del Lario, di rimanere sul mercato nonostante la presenza di colossi del settore più forti e strutturati di noi. Non potremmo sopravvivere se non cercassimo costantemente di essere più veloci nel pensare e nell’agire, più capaci di essere creativi”.

Cosa serve oggi alle imprese per fare innovazione?

“Sicuramente serve consapevolezza delle opportunità e formazione delle persone, ma la storica esperienza della Gilardoni dimostra che si deve avere la capacità di guardare al futuro. Noi realizziamo gli strumenti per gli operatori di domani. E la tecnologia che abilita l’innovazione guarda avanti, non al passato. Dobbiamo avere la capacità di guidarlo, dominarlo e anticiparlo questo mondo nuovo.”

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